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Perché le donne
stanno sedute a cavallo.
Federigo Mazzuchelli
Quasi nulla io avrei da aggiungere ai miei Elementi, e Lezioni, se le donne sedessero a cavallo a guisa degli uomini. Ma invalso da remotissimo tempo il costume di sedervi esse in ben diversa maniera, occorrono altresì alcuni particolari ammaestramenti. Memorie antichissime ci fanno congetturare, che una vecchia esperienza consigliò alle donne di cavalcare in cotal modo sedute: esperienza molto frequente, e ripetuta in quei tempi, in cui non introdottosi ancora l'uso generale della carrozza, spesso viaggiavano esse a cavallo. Le forme loro, l'irritabilità, ed il vestiario possono avervi molto contribuito: vestiario, a cui l'abitudine sempre ci affeziona: vestiario, con facente ai loro casi, e che con molto ingegno immaginato vela i difetti, ma adorna le parti belle, che l'abito virile inviluppa, e confonde. Quanto alle forme si osservi, che il loro compasso più serrato, più corto, e più carnoso del virile, e che l'abbondanza dei loro muscoli posteriori, contigui degli ischi, difficultano alla donna l'attitudine, che dagli uomini nella equitazione viene praticata.
Origine e forma della sella per uso di donna.
Quindi pare, che debba la donna comodamente sedersi, come in agiato seggio ordinario: e così difatti la pensarono ne vecchi tempi le madri nostre espertissime: è anche provato dalle antichissime selle, le quali, senza la forcella in oggi usata, erano costrutte a guisa di comoda poltroncina con rilevato appoggio, ovvero braccialetto all'interno, a cui le mani accorrevano facilmente, ed in pericolo vi si raccomandavano. Così seduta la donna, rivolgendosi alquanto verso la testa del cavallo per reggerne il freno, e per osservare il cammino, doveva esserle comodo di rialzare la coscia destra, e di avvicinarne il ginocchio al pomo della sella, ed ivi assicurarvelo. Ecco indicato il bisogno, e l'origine della forcella in oggi praticata, in cui si introduce, e si afferra il ginocchio destro. Fu tolto in allora il braccialetto ausiliario, come inutile istrumento; ed in tal modo fu per gradi perfezionata, e semplificata la sella, che ora è divenuta generale.
Conviene però, che una tal sella abbia un fondo molto spazioso, e alquanto piano, lo che osservo non praticarsi abbastanza nelle selle in oggi comunemente usate, nelle quali non mi pare eseguirsi la buona regola di ragione. Deve la sella, oltre una forte groppiera, essere munita di ottime, e raddoppiate cigne, che strettamente la raccomandino al dorso del cavallo, e ve la rendano innmobile: al quale oggetto di somma importanza deve concorrervi la forma dell'interno fusto, e la sottoposta bardella. La forcella, imbottita di buona borra, sarà configurata in modo, che possa dal ginocchio essere comodamente, e sicuramente abbracciata. Una sola staffa vi occorre, ma fatta a pianella, ed appesa al lato sinistro, da cui si monta a cavallo.
Della briglia.
La briglia, sempre fornita di frontale, sotto gola, musarola, e spesso di camarra ancora, non manchi di morso, e di filetto, cioè di bridone. Di questo si deve particolarmente servire la donna, tenendone a suo tempo una redina per ogni mano, onde in ogni caso possa ella assicurarsi in sella, ed in centro di gravità.
Del frustino e sperone.
Dalla posizione della donna a cavallo risulta, che le sarà bensì accordato a suo tempo l'uso del frustino, da tenersi colla punta bassa nella mano destra; ma non mai al destro piede lo sperone, che solo al sinistro conviene, ed allora soltanto, che la scolara si sarà resa capace di farne uso opportuno; e sempre nel supposto, che il cavallo abbisogni di questo stimolo.
Equilibrio, tenuta e sostenersi a cavallo.
Come negli Elementi, e nella mia prima Lezione Equestre ho dimostrato, Equilibrio, e Tenuta stabili sono la fermezza, e la sicurezza di chi cavalca. L'equilibrio dipende particolarmente dalle oscillazioni della parte superiore del corpo umano, cioè della colonna vertebrale, che scende verticalmente. Questa prontamente, e con misura avanzando, retrocedendo, o inclinando sull'uno, o sull'altro dei lati, assicura sopra la base la posizione equestre, a cui concorre non poco colla pressione il peso istesso di tutta la mole. Questa oscillazione non soffre differenza alcuna tra l'uomo, e la donna.
Ma ben diverso è il caso della tenuta. Questa dipende dal contrasto di due forze opposte, le quali stringendo ai lati la base, fanno l'effetto di assicurarci sopra la stessa. Così le forze delle cosce, e de' ginocchi dell'uomo contro la sella formano la sua tenuta. La donna, non abbracciando in egual modo la sella, ricava le forze opposte, producenti la sua tenuta dalla pressione del piede sinistro nella staffa, pressione, che indietro spinge il corpo con forza retroattiva, e dal ginocchio avviticchiato alla forcella, che richiama il corpo in avanti con forza progressiva. Oltre a ciò parte dal piede sinistro una forza, che spinge la mole al lato destro: come altre forze in diversi sensi partono dall'azione del ginocchio destro collocato nella forcella. A tutto ciò si aggiunga la mano, che accorre ad afferrarsi alla punta destra della forcella. Si consideri ancora l'appoggio del filetto, e la gravitazione di tutto il peso. Per le quali cose non parrà conveniente, per chi intende ragione, di lasciarsi abbattere da soverchia timidezza, prodotta da una supposta probabilità di pericolo.
Osservazioni contro il timore.
Farò ancora osservare un singolar vantaggio, che alla donna da questa posizione risulta. Il gran pericolo per gli uomini stessi è quello di traboccare in avanti, di che tutti i principianti ne danno prove evidenti. Le vibrazioni, ed i colpi delle anche ne sono le cagioni principali: e se l'appoggio delle redini si oppone al traboccare per l'indietro, promuove però il traboccare sul davanti. Questo pericolo si accrescerebbe nelle donne, se cavalcassero alla foggia degli uomini; imperciocchè il volume de muscoli posteriori, e la posizione anteriore del loro seno faciliterebbero il trabocco. Quindi si rifletta, che la loro maniera di sedere a cavallo difficulta molto questo accidente. La coscia destra, che si presenta davanti, e che sostiene in dietro il ventre, ed il ginocchio della stessa, che preme sulla sommità anteriore della sella, servono come di fortissimo puntello contro lo sbilancio anteriore: ed aggiungo posteriore ancora, in quanto che forza attraente potendo fare il ginocchio nell'angolo della forcella, l'azione de muscoli flessori richiama facilmente con attrazione grandissima a piegarsi sul davanti tutta l'estensione della colonna vertebrale. Non mi meraviglio però, che un nuovo dubbio si presenti alle donne per risvegliare il loro pronto timore: ma io voglio con chiaro argomento diminuire la sua importanza.
Il dubbio è . . . . qualor cada il cavallo. ... Difficilmente ciò succede, qualor si osservino le buone regole proposte, e che andrò proponendo; ma per ora si supponga, che accada questo accidente. Le gambe sono le parti più esposte nella caduta: se però cade il cavallo sul davanti, o sul di dietro tal pericolo non ha luogo. Se egli cade a destra, la donna ha più vantaggio dell'uomo, avendo le due gambe a sinistra. Se cade poi a sinistra, essendo le di lei gambe, e più corte, e più raccorciate, si considerano fuor di pericolo, e tanto più che il di lei corpo, rivolto a quella parte, deve essere lanciato in maggiore distanza. Questo pericolo, e gli altri ancora scemano assai, ogni qual volta si voglia usare molta cura nella scelta del cavallo, e nella sua educazione. Tutte le qualità, che appartengono alla sicurezza, debbono in lui verificarsi. Tutte quelle poi, che spettano al piacere, possono ottenere qualche indulgenza.