Carrozzina a tre ruote - tradizioneattacchi.eu

24/04/2024
Vai ai contenuti

Menu principale:

Carrozzina a tre ruote

La nosrta storia

Carrozzina a tre ruote di Ferdinando di Genova 1887 ca.

La carrozzina, o carrozzella, del Castello di Aglié è stata realizzata per un bambino della casata dei Savoia Genova, che vissero nella residenza a partire dal 1849. Il monogramma «FU» si riferisce infatti con ogni probabilità a Ferdinando Umberto, figlio del duca Tomaso e di Elisabetta di Baviera, nato nel 1884; la carrozzina, certamente un prodotto di lusso, era destinata al primogenito, anche se nelle poche fotografie rimaste nel castello non appare. Una carrozzina ben più modesta ritrae probabilmente l’ultimo dei sei fratelli, Eugenio, e mostra come venivano usati questi curiosi oggetti, a metà tra una carrozzina spinta da un adulto e una vera e propria carrozzella, che poteva essere trainata da animali o tirata da un adulto.
Il prototipo delle carrozzelle per bambini è normalmente considerato quello fatto realizzare nel 1733 dal terzo duca di Devonshire su disegno di William Kent, un architetto paesaggista, oggi conservata a Chatsworth nelle collezioni del castello. Si trattava di un guscio a forma di conchiglia, con una capote a mantice, quattro ruote e un lungo timone che consentiva di attaccare cani o cavalli di piccola taglia. Nel Settecento le carrozze per bambini si diffondono ampiamente: sono oggetti di lusso per giovani principi, costruiti sul modello in piccolo lle carrozze oppure, come nel caso di quella di straordinaria qualità del Palazzo Madama di Torino, come sedie da giardino su ruote, fatte per i bambini o per le dame che volessero concedersi brevi passeggiate da sedute (Arnaldi 2013).
Parrebbe invece che solo nell’Ottocento cambi l’impostazione del trasporto di bambini, nobili e borghesi: non più trainati da animali per gioco e per addestramento alla guida, ma spinti da genitori e governanti. A metà dell’Ottocento le incisioni satiriche inglesi e più avanti le prime pubblicità sui giornali mostrano già passeggini a tre ruote, spinti a volte da genitori riluttanti.

Evidentemente però il modello della carrozzella vera e propria permane, tanto che esiste un esempio molto simile a quello di Aglié che contempera il manubrio posteriore fatto per spingere e, nella parte anteriore, un timone che per la sua eleganza parrebbe destinato a essere
usato come traino da un adulto. Si tratta della carrozzella del cugino di Ferdinando, Vittorio Emanuele III, oggi al Quirinale, datata al 1878 (sulla quale cfr. Carrozze e livree 1992, p. 88 e da ultimo Lattanzi 2013). Per un curioso ricongiungimento all’originario modello inglese (ma la struttura a conchiglia è attestata nel Settecento anche per carrozze femminili leggere), forse dettato da quel ritorno al Settecento che anima tanta produzione di fine XIX secolo, anche questo dell’erede al trono è un guscio di legno scolpito in forma di conchiglia, dipinto di blu e dorato, con una capote di seta blu e un lungo timone. L’oggetto è stato realizzato dalla ditta Cesare Sala di Torino.
La carrozzina di Ferdinando non sembra invece avere questo elemento in più: a tre ruote, il manubrio posteriore consente di spingerla, e termina in avanti con un ferro ondulato a vista che forse doveva essere l’anima di un elemento decorativo andato perduto. Al di sotto pende una doppia staffa in cuoio (presente anche nel modello di Vittorio Emanuele III) che probabilmente serviva a tenere i piedi del bambino.
A differenza di quella del cugino, questa carrozzina è tutta giocata sull’alternanza di blu e argento. Il restauro ne ha rivelato la brillantezza del blu delle parti lignee e delle argentature, sia sul legno che sulle parti metalliche, adornate con serti di foglie di alloro. Sul davanti, il monogramma di Ferdinando Umberto è sormontato da corona.


L’imbottitura interna in seta écru è trapuntata e indipendente dalla struttura. Il mantice in raso di seta blu purtroppo è quello che ha subito i maggiori danni da usura e da esposizione alla luce; altri danni sono la mancanza del terminale coprimozzo della ruota destra, e la sostituzione della passamaneria interna con altra non originale. Nel 1964 la carrozzina risulta esposta nella sala d’angolo del castello, e successivamente è stata incongruamente spostata nella sala cinese.
Non è stato possibile risalire all’identità della ditta costruttrice. Il cognome, di provenienza lombarda, porterebbe a cercare il fabbricante a Milano, dove nel 1827 (L’interprete milanese 1827, p. 320) è attestato un Domenico Cesati fabbricante di scocche per carrozze. Un’importante ditta Cesati produttrice di forniture militari esisteva a Milano, con filiali in altre città, nel secondo Ottocento (comunicazione di Alessandro Cesati, che ringrazio), ma allo stato attuale non è stato possibile rinvenire altre notizie. Un altro esemplare di carrozzina in forma di conchiglia, apparso sul mercato antiquario nel 2016 con attribuzione ad ambito piemontese settecentesco, appare del tutto simile ai modelli qui esaminati, fatta salva la copertura a ombrellino anziché a mantice.
Per quanto riguarda la datazione, date le dimensioni dell’interno, questo oggetto era fatto per un bambino tra i tre e i cinque anni. Il monogramma di Ferdinando porta quindi a datarla intorno al 1887, e ben si comprende come l’uso di un oggetto così costoso e di vita così
breve sia poi stato esteso a tutti i fratelli, dando luogo alla denominazione, di cui è rimasto il ricordo in castello, di «carrozzina dei figli del duca di Genova».

Dott. Marco Lattanzi


Torna ai contenuti | Torna al menu