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24/04/2024
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La rinascita

La Tradizione

FILIPPO di EDIMBURGO

Il principe Filippo è stato un grande personaggio. Ma per tutti noi, componenti la grande famiglia dello sport equestre, il duca di Edimburgo è stato soprattutto un uomo di cavalli e di equitazione. Grande amante dello sport, in particolare nella disciplina degli attacchi: nel tiro a quattro ha partecipato a sei edizioni del Cam-pionato del Mondo e a tre del Campionato d’Europa, vincendo la medaglia d’oro mondiale a squadre con la Gran Bretagna nel 1980 e quella di bronzo nel 1978, 1982 (6° individuale) e 1984. Il suo apporto al mondo dello sport equestre è stato ancor più significativo nel ruolo di presidente della Fei, carica che ha rivestito dal 1964 al 1986, un arco di tempo durante il quale le trasformazioni all’interno delle nostre discipline sono state profonde e soprattutto continue. Il principe Filippo da questo punto di vista è stato fondamentale nel dare il massimo sostegno possibile nel suo ruolo istituzionale al gruppo di lavoro che, capeggiato dal giornalista svizzero Max E. Amman, ha fatto nascere la Coppa del Mondo di salto ostacoli. Così come sotto la sua presidenza si è gettato il seme che nel 1990 avrebbe dato vita a Stoccolma alla prima edizione dei World Equestrian Games, disputati quando alla presidenza della Fei Filippo era stato ormai sostituito dalla figlia, la principessa Anna (alla guida della Fei dal 1986 al 1994), a sua volta in passato attiva e competitiva amazzone nella specialità del completo.

Lo sport degli attacchi sia con i cavalli sia con i pony, ha sempre registrato un grosso incremento, ma solo con la pubblicazione del primo Regolamento per i Concorsi di attacchi da parte della F.E.I. (Federazione Equestre Internazionale) nel 1969 le competizioni di attacchi cominciarono a diffondersi seriamente in Inghilterra. Con la pubblicazione del primo manuale desidero comunicare ai neofiti di questo sport la mia esperienza maturata in questo tipo di competizione per evitare loro alcuni errori e difficoltà che ho dovuto affrontare senza preparazione. Ma prima di tutto, vorrei raccontarvi come ha avuto inizio questa mia passione. Tutto è cominciato da una casuale conversazione; ero appena stato eletto presidente della F.E.I. nel 1964, benché la mia sola attività equestre si svolgesse nel campo del polo. Questo si rivelò positivo, perché, mentre ne sa-pevo abbastanza sui cavalli e sull’equitazione per capire di cosa si trattasse ero anche in grado di mantenermi neutrale tra il mondo del Dressage, del Salto e del Completo; gruppi antagonisti nella Federazione. Così, durante una assemblea generale, Eric Brabec, uno dei delegati polacchi, mi suggerì l’idea che la F.E.I. avrebbe dovuto elaborare alcune regole internazionali per le gare di attacchi. All’inizio ero scettico; la sola attività di attacchi che conoscevo era quella dei mail-cochs che solitamente sfilavano alle manifestazioni inglesi di attacchi organizzate dalla “British Driving Society” (Associazione inglese di attacchi) e non mi sembrava una base ideale per le competizioni internazionali.

Ho presto scoperto che c’erano molte competizioni di Dressage e di Cross per tiri a quattro nel continente e che malgrado molte di queste, come quella di Amburgo, fossero internazionali, ognuna aveva delle sue proprie regole. Assistetti poi alla manifestazione equestre di Aix-la-Chapelle, dove vidi 24 attacchi di tiri a quattro, principalmente tedeschi e ungheresi, fare evoluzioni sulla pista, e decisi che l’idea andava sviluppata. La tappa successiva ebbe origine da due incidenti accaduti parecchi anni prima. Sir Michael Ausell, da tempo abituale ospite a Badminton House in occasione delle gare equestri, una sera dopo pranzo durante una conversazione decide di lanciare i “Giochi equestri” per pony. Questo fu il primo incidente; il secondo occorse quando fui invitato ad accettare la carica di Presidente della F.E.I. Poiché Sir Michael era già membro del Comitato Esecutivo della F.E.I., mi rivolsi a lui per un consiglio ed egli mi persuase ad accettare. Questa, pensai, era un’occasione ideale per sfruttare i suoi talenti di organizzatore, così gli domandai di dirigere un comitato internazionale al fine di stabilire delle regole interna-zionali per competizioni di attacchi.

Quando gli sottoposi questa proposta, pensò che io scherzassi e protestò dicendo che non conosceva niente riguardo agli attacchi, ma quando gli spiegai la situazione e gli feci notare che lui non aveva avuto alcuna obiezione sul fatto che io divenissi presidente della F.E.I. malgrado la mia ignoranza delle tre discipline, ed era inoltre un membro anziano del Comitato, apprezzato e rispettato nel mondo equestre, accettò di provare. Chiunque abbia già lavorato con Mike Ausell sa come si comporta quando vuole qualcosa; senza perdere tempo, prese contatto con tutte le persone in Europa che avevano una certa conoscenza di attacchi, le riunì a Berna, le fece lavorare senza sosta e ritornò con un accordo di massima di un regolamento di gare, basato sul principio del concorso completo di equitazione. Dubito fortemente che chiunque altro avrebbe potuto fare altrettanto. In seguito le cose cominciarono ad andare un po troppo velocemente secondo il mio punto di vista. Tutti sanno che i regolamenti sono delle cose difficili da elaborare, e tutto quello che noi avevamo era qualche pagina dattiloscritta; senza nessuna esperienza, niente giudici, niente organizzatori, niente cronometristi e niente costruttori di percorso. Ma niente di tutto ciò distolse la Federazione svizzera dal suo proposito di organizzare a Lucerna nel 1970 la prima competizione internazionale utilizzando il nuovo regolamento


Sir John Miller, il “Grande Scudiere” della Corona, responsabile delle Scuderie Reali alle Royal Mews, era un guidatore molto abile e sapevo che aveva iniziato ad attaccare un tiro a quattro coi cavalli delle scuderie Reali del Palazzo Buckingham. Gli suggerii dunque di partecipare a questa competizione e gli domandai di farmi sapere il suo pensiero. Molti dei miglioramenti che in seguito furono apportati al regolamento, sono dovuti alla sua esperienza praticata in quei primi anni.
E le cose continuarono a un ritmo pazzo.

Dopo una piccola prova di forza, lo Show Equestre di Windsor organizzò una competizio-ne internazionale di tiro a quattro nel 1971, e nell’autunno dello stesso anno, gli ungheresi organizzarono i primi Campionati europei. La gara di Windsor si rinnovò tutti gli anni e da allora, i Campionati europei e i Campionati del mondo si sono svolti in alternanza. Nel 1980, il Campionato del mondo si svolse nel grande parco di Windsor con 42 iscritti di undici paesi diversi. Se mi interessai agli attacchi, fu unicamente perché ero presidente della F.E.I., e, poiché nel 1970 avevo deciso di abbandonare il polo (riconosco che 50 anni sono età ben avanzata per questo gioco) cercai qualcos’altro da fare nel tempo libero a mia disposizione. E presto gli attacchi si dimostrarono proprio quello che cercavo. Cavalli, carrozze, cocchieri, groms, erano tutti disponibili nelle Scuderie Reali.

Nel 1971 mi recai a Budapest per assistere ai primi campionati europei; nel 1972 partecipai al percorso di Windsor come arbitro, con l’ungherese Sandor Fulop. Nel 1973, Sir John Miller mi affidò cinque cavalli bai delle Scuderie Reali e a Sandringham mi allenai insieme a loro con l’aiuto del Maggiore “Tommy” Thompson, anziano capo del maneggio della cavalleria della Casa Reale e guidatore esperto, che si era appena ritirato ed aveva partecipato a numerosi concorsi completi compreso quello di Balmoral.
Nelle condizioni dei concorrenti attuali, questo sarebbe assolutamente inconcepibile. Da allora il regolamento ha subito un certo numero di modifiche minori, ma la competizione è sempre essenzialmente basata sulle idee proposte da Sir Michael Ausell e dal suo comitato durante la loro storica riunione a Berna nel giugno 1969.



“Il Principe Filippo non solo era un buon atleta in molte discipline, ma era anche un vero leader e riuscì a trasformare gli sport equestri in qualcosa di più professionale”, ha affermato Marie de Pellegars, storica del mondo equestre. Estremamente coinvolto negli sport equestri grazie al suo autentico amore per i cavalli, il Principe Filippo ha cambiato lo sport. Lo ha fatto da persona quale è: appassionato e competitivo.
“Inoltre, il suo titolo reale, la sua popolarità e la sua fama hanno puntato un enorme riflettore sugli sport equestri, innanzitutto nel Regno Unito – dove l’equitazione è diventata parte delle tradizioni nazionali – ma anche in tutti gli altri paesi del Commonwealth e nel resto del mondo.
“Avere una persona così importante alla guida della FEI e dedita al suo sviluppo ha attirato l’attenzione su di essa da parte di molte persone che in precedenza potevano non essere state interessate allo sport degli attacchi.”


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