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25/03/2024
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Lipica

Cavalli

I cavalli di Lipizza

Sull’altipiano di Sesana, situato a nord-ovest di Trieste, ad una quindicina di chilometri da questa città, nel medio evo si allevavano cavalli assai ricercati, perché robusti e resistenti a qualsiasi fatica. Era dunque interessante stabilirvi un allevamento regolare, il che avvenne allorchè la cittadina di Lipizza, situata al centro di questo altipiano, fu ceduta nel 1579 dall’arcivescovo di Trieste all’arciduca Carlo di Stiria, terzo figlio dell’imperatore Ferdinando I d’Austria.
E, infatti, l’anno dopo veniva fondato l’Haras di Lipizza sul punto più elevato della regione, dando origine a dei cavalli, che poco dopo acquistarono alta fama per vigore, energia, attitudine al tiro rapido, da posta e, occorrendo, anche a quello da sella di resistenza. Per formare la base dell’allevamento di Lipizza, l’arciduca Carlo ricorse dapprima alla razza andalusa, assai nota per le sue brillanti andature, importando tre o quattro stalloni e venti giumente, derivate dall’incrocio di arabi puri con barberi introdotti in Ispagna dai Mori. Per l’Haras furono anche scelte alcune cavalle fra le migliori della razza indigena, che pure possedevano molto sangue orientale. E nel medesimo tempo fu acquistato un certo numero di stalloni in Lombardia, i quali completarono così l’effettivo dell’Haras, invero assai ristretto.

A poco a poco il dominio di Lipizza fu ingrandito e venne aumentato il numero delle fattrici. Fu durante il regno di Maria Teresa che Conversano fu comperato per Lipizza. Questo stallone, che ha fondato una delle grandi famiglie della razza attuale, era di origine napoletana, e, se lo si deve giudicare dai suoi discendenti, egli doveva avvicinarsi molto più, per le sue forme, all’arabo che non al cavallo spagnuolo. Verso la medesima epoca (1775) veniva importato dalla Danimarca uno stallone danese di pelame grigio, Pluto, il quale fu il capo di un’altra famiglia dalle forme più massiccie, e che è ancora presente a Lipizza. (S:F:Touchstone)

L’invasione della Carniola per parte degli eserciti della Repubblica Francese obbligò il Governo Austriaco ad inviare in Ubgheria tutto l’effettivo dell’Haras di Lipizza, che vi fece ritorno solo dopo il trattato di Campoformio. Ma i risultati della campagna d’Austerliz resero necessaria una seconda emigrazione, e questa volta in Slavonia, ove i cavalli di Lipizza rimasero per quindici mesi. Ritornati di nuovo nell’altipiano di Sesana, la loro permanenza non superò i due anni, perché, dopo il trattato di Schonbrunn (1809), che dava alla Francia la Carniola e trieste, l’Haras, venne nuovamente trasferito in Ungheria, a Peska, poco distante da Arad, ad una quarantina di chilometri da Mezòhegyes. Sei anni appresso, restituta Trieste all’Austria, l’haras fu riportato a Lipizza, e siccome i cavalli, ma specialmente le fattrici, durante il loro soggiorno in Ungheria avevano molto sofferto, si ricorse dapprima all’uso di stalloni importati direttamente dall’Oriente, e in seguito si acquistò in lombardia, a Cremona, lo stallone Maestoso, che assieme a Favory e a Napoletano rialzarono le sorti dei prodotti dell’haras di Lipizza. La discendenza di questi tre stalloni esiste tuttodì: quella di Maestoso è soprattutto ricercata per la sua eleganza e per i suoi movimenti.

I principali riproduttori dell’Haras di Radautz e di Piber vennero appunto scelti fra i componenti la famiglia di Maestoso. Cinquant’anni più tardi erano pure cercati a Lipizza i riproduttori per l’allevamento di Forgaras. Si comprende, quindi, l’influenza esercitata dai cavalli lipizzani sull’insieme della produzione dell’Impero, i cui Haras allevavano la più gran parte degli stalloni dei Depositi di Stato. Anche le cavalle di Lipizza appartengono, tolta qualche eccezione, alle stesse famiglie da cui sono derivati gli stalloni attuali. Queste famiglie, cinque in tutto, e che invero sono molto affini fra loro in seguito ai ripetuti incroci, portano il nome dei loro primi capo stipiti maschi, e cioè: Pluto, Favory, Maestoso, Conversano e Napoletano, e mentre la prima e l’ultima, Pluto e Napoletano, producono cavalli da sella, le altre tre linee danno cavalli carrozzieri. Oltre i rappresentanti di queste cinque famiglie, sonvi a Lipizza delle cavalle mezzosangue e qualche puro sangue arabo.

Il cavallo lipizzano, che ha caratteri ormai ben fissi, malgrado l’abbondante introduzione di sangue straniero, di sangue arabo soprattutto, al quale si è di tanto in tanto ricorso, presenta, a qualunque famiglia esso appartenga, la seguente conformazione: di statura che è in media è di m. 1,58 – 1,60, esso ha la testa un po' pesante con il collo ben attaccato; la spalla un po' carica e diritta, ma quasi sempre lunga; la linea dorso lombare talvolta lunga, ma sempre sostenuta; il rene lungo e forte e le anche larghe; la groppa rotonda e le coscie muscolose; le gambe forti e ben diritte, con buoni muscoli e buoni tendini; i garretti generalmente un po' serrati e gli stinchi corti; la criniera e la coda lunghe. Predomina il mantello grigio.

A lato: Monte Rosa; cavalla lipizzana di mantello grigio, nata all'haras di Lipizza nel 1895 e appartenente alla famiglia di Conversano.

Dotato di molta resistenza, il cavallo Lipizzano ha un carattere eccellente, movimenti brillanti, ma poco estesi. Secondo il Cornevin, l’andatura più frequente per questo cavallo è l’ambio. Il Dechambre osserva che i cavalli lipizzani presentati a Parigi nel 1900 al Concorso internazionale ippico offrivano molte rassomiglianze con l’antico cavallo magiaro, per la loro testa lunga e fine, le forme eleganti e distinte, il loro mantello grigio trotino. Si comprende come i riproduttori di Lipizza siano assai apprezzati, per la loro vitalità e resistenza, nei Depositi stalloni, i cui direttori, ogni volta che l’occasione è loro offerta, acquistano fra essi quelli che non sono conservati per le scuderie della Corte imperiale o per Lipizza. Dal punto di vista della tempra e dell’armonicità delle forme, questi cavalli rendono dei servizi che giustificano la loro riputazione.

A lato: Favory-Ancona VI, stallone lipizzano baio zaino, nato all'Haras di LIpizza nel 1895.

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